giovedì 1 ottobre 2009

PRESENTAZIONE DI RESET SU L'ADIGE DEL 29 SETTEMBRE 2009


Manuela Pellanda- Siamo nel 2020. Gli effetti dell'operazione «Reset», attuata dal Governo per eliminare il tarlo della «nostalgia», si abbattono in ogni angolo del Paese, distruggendo ogni immagine del passato. Ma in un paesino della val di Sole tre ragazzi si ribellano a questo stato di cose, si intrufolano furtivamente negli archivi segreti, riappropriandosi, di fatto, della memoria. Forti reminiscenze orwelliane si fondono a sprazzi di storia trentina in «Reset» (Silele Edizioni, 14 euro) , il nuovo romanzo di Lara Zavatteri , collaboratrice de L'Adige. Lara, lo scenario ricorda molto quello di «1984»: un mondo dominato dalla tecnologia e controllato dal potere... «Le analogie sono evidenti: anche nel mio libro la tecnologia ha ormai preso possesso della vita dell'uomo. Il Governo, spinto dalla consapevolezza che la memoria e la nostalgia non spingono l'uomo a «comprare», ha eliminato tutti i documenti, le fotografie e i ricordi del passato». Qualcuno però si ribella. Martina, Alessandro e Daniele, tre ragazzi della Val di Sole, iniziano a setacciare gli archivi per recuperare pezzi di memoria che svaniscono velocemente. Cosa trovano? «Riescono a ricostruire le vicende di tre famiglie di Mezzana, in un arco cronologico compreso tra gli anni Ottanta dell'Ottocento e il 1919. La prima (i Ravelli) si trova costretta ad abbandonare il paese emigrando a Monte San Savino (Arezzo) per fare poi ritorno in seguito, la seconda (i Pangrazzi), attraversata da momenti difficili, come il trasferimento all'Istituto per sordi di una componente e l'emigrazione verso il Sudamerica, subisce le conseguenze dell'incendio che devastò il paese nel 1904, la terza famiglia (i Pedergnana) vive invece l'esperienza della Prima guerra mondiale». Esperienze in cui molti trentini possono rispecchiarsi... «Ognuno può trovare qualcosa dei propri avi: la realtà dell'emigrazione, la tragedia della guerra sono esperienze comuni. La ricostruzione delle vicende è assolutamente fedele: le tre famiglie raccontate appartengono al mio albero genealogico». Un libro tra il passato e il futuro, ma soprattutto sull'importanza del recupero della memoria. Qual è il tuo augurio? «Mi auguro che questo libro faccia riflettere i lettori sul fatto che la memoria sia un valore da salvaguardare, così come l'«umanizzazione» della vita a discapito del progresso che annienta e annulla. Non sono contraria alla tecnologia, anzi. Ma credo che in particolare i giovani - categoria della quale faccio parte - siano troppo legati ad essa, trascurino i rapporti umani e ignorino completamente il loro passato. Una volta ci si interessava di più alle vicende dei propri nonni, dei propri bisnonni, ora invece troppo spesso si guarda soltanto all'oggi».


29/09/2009

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