Un piccolo estratto dal seguito
di Reset, attualmente il lavorazione….
Non aveva ancora ventun anni, ma
Giovanni aveva acconsentito. Si era quasi negli anni Quaranta ormai e bisognava
essere più “aperti”, almeno così diceva sua cognata Matilde. Giovanni, dopo la
fine della prima guerra mondiale, aveva visto lo scioglimento dell’Impero
austro ungarico, il suo paese, Mezzana, in Trentino, passare sotto l’Italia e
aveva avuto tre figli da Violante, la ragazza di cui si era innamorato, la cui
sorella, Matilde, con il passare degli anni anziché ammorbidirsi era sempre più
sostenitrice dell’indipendenza delle donne.
Giovanni, che lavorava come panettiere e
coltivava l’hobby della fotografia, materia imparata nei lontani anni di
emigrazione a Monte San Savino, in provincia di Arezzo, dove si era trasferito
da bambino con la famiglia, prima di far ritorno a Mezzana, alla fine aveva
acconsentito a quelle nozze. Non che avesse niente in contrario, l’unica cosa
era appunto l’età di Raffaella, sua figlia (chiamata così per ricordare il
fratello Raffaele, morto in Sudamerica) che risultava ancora minorenne, perché
all’epoca la maggiore età si raggiungeva a 21 anni. In fondo il promesso sposo
era figlio di Pietro Pedergnana, quello stesso Pietro con cui Giovanni aveva
combattuto il primo conflitto mondiale e inoltre la nuova casa era ancora in
paese, per cui ci sarebbe stata facilità nel frequentarsi.
Il promesso sposo si chiamava
come lui, Giovanni, e come tutti in paese gestiva un piccolo allevamento di
bovini. Veniva spesso a “morose”, come si diceva in dialetto e a volte il
carattere pur mite del ragazzo gli faceva alzare gli occhi al cielo quando,
passata l’ora, non ne voleva sapere di andarsene. Allora Giovanni padre, seduto
in un angolo, perché era sempre presente, lui, tossicchiava un paio di volte,
come a far capire che era ora di tornare a casa.
Il fidanzato capiva-a volte servivano parecchi
colpi di tosse- e Giovanni con una punta d’ironia aveva anche l’ardire di
guardarlo negli occhi come a dire “Di già? Guarda un po’ com’è volato il
tempo!” mentre Raffaella accompagnava il ragazzo alla porta e Giovanni la
sprangava, casomai volesse tornare indietro. La moglie Violante lo derideva un
poco per questo suo comportamento mentre a Raffaella pareva che il padre
iniziasse a tossire ogni volta sempre prima del dovuto.
A Giovanni non dispiaceva che la
figlia avesse uno spasimante ma era convinto che fosse ancora troppo giovane
per sposarsi….